È il cuore dei giacimenti di marmo carraresi: non appena vengono superate le pendici del Monte Croce, poco sopra la frazione di Miseglia. La suggestiva vista sui Ponti di Vara è un classico stereotipo visivo delle cave di marmo carraresi. Qui si incontrano infatti i due storici ponti ottocenteschi (1890) della Ferrovia Marmifera con il ponte della rotabile, ultimato negli anni ’30. La Ferrovia Marmifera per il trasporto a valle dei marmi, collegava i tre bacini marmiferi di Torano, Miseglia e Colonnata, attraverso un’ardita serie di viadotti, ponti e gallerie.
Tutte le cave esistenti sono ordinate per numerazione progressiva e all’ingresso di ognuna è posto un cartello identificativo riportante il nome della cava e il numero con il quale è identificata all’Ufficio Catastale. La quasi totalità delle cave risulta compresa da ovest a est nel grande anfiteatro naturale che parte dal Monte Uccelliera (m. 1246) al Monte Borla (m. 146), al Monte Sagro (m. 1749) alla Cima di Gioia (m. 810) e al Monte Brugiana (m. 960). Si può affermare quindi che il bacino marmifero è compreso in tre valli che sono separate fra loro dalle pendici del Monte Maggiore (m. 1396).
Il paesaggio è stato visibilmente alterato dall’attività dell’uomo: in un alternarsi di escavazioni e ravaneti, le discariche di marmo frutto delle escavazioni che ricoprono di bianco le valli, si dipanano strade di arroccamento che tagliano i ripidi versanti e che rendono il paesaggio quasi lunare.
I Bacini sono compresi sia nell’itinerario “I Pilastri della Lunigiana” sia in quello “Dalla Cava alla Bottega“.